Il Trentino "viene confermato in zona arancione", anche se con "diversi segnali di allerta, in primis l'incidenza molto alta", che è pari a 385 positivi su 100.000 abitanti. Così il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, in conferenza stampa, dove ha ribadito - come già fatto nei giorni scorsi e malgrado il dpcm consenta ai governatori di chiudere le scuole in regioni con un'incidenza superiore a 250 casi su 100.000 abitanti - che "lunedì le scuole saranno aperte". "Non cambia nulla, continuano con la programmazione ordinaria. Stiamo pensando di procedere con nuove misure. Oggi per mettere una classe in isolamento servono due contagi, valuteremo di abbassare ad 1 contagio per tenere maggiormente sotto controllo la situazione", ha detto Fugatti, che ha anche parlato del "livello di contagio importante tra i giovani all'interno delle classi. Se i dati dovessero peggiorare rispetto ad oggi è chiaro che dovremmo eventualmente fare valutazioni anche sul fronte scolastico".
"L' Rt è pari a 1.1, la media nazionale è dell'1.07, noi siamo appena sopra la media, con un livello minimo di 1.03 ed un livello massimo di 1.16, quindi siamo sopra il livello di allerta. Ma come vediamo la gran parte delle regioni ha Rt superiore ad 1", ha aggiunto Fugatti. Il governatore trentino ha poi detto che il dato riguardante le terapie intensive è ben oltre la soglia di emergenza del 30%, con il 47% dei posti letto occupati in rianimazione. Il dato complessivo delle ospedalizzazioni, ha aggiunto Fugatti, è pari al 33% (in questo caso la soglia di allerta è del 40%).
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