Il plenum del Csm ha trasferito
d'ufficio per incompatibilità il presidente del tribunale di
Trento Guglielmo Avolio. La decisione è stata presa a larga
maggioranza, con 21 voti a favore, nessun voto contrario e tre
astensioni.
Palazzo dei marescialli ha ritenuto che il magistrato abbia
tenuto condotte "opache" o comunque "inopportune", che "hanno
hanno determinato "un significativo ed obiettivo appannamento"
della sua "imparzialità e indipendenza" non solo nell'ambiente
del tribunale di cui è presidente, ma "nel territorio
dell'intero distretto di Trento".
Avolio aveva tentato di giocare un'ultima carta, presentando
una richiesta di prepensionamento e dichiarando la propria
disponibilità a trasferirsi in qualsiasi altra sede pur di
evitare l'allontanamento d'ufficio per incompatibilità. Tutto
inutile, perché il plenum ha non solo respinto la richiesta del
relatore Alessio Lanzi di far tornare la pratica in Commissione,
ma ha anche bocciato l'istanza di Avolio di sospendere la
procedura.
Le condotte opache contestate dal Csm a Avolio sono relative
ai suoi rapporti con il presidente del gruppo vitivinicolo
Mezzacorona Luca Rigotti, nell'ambito di un procedimento per
presunto riciclaggio con l'aggravante di aver agevolato
l'organizzazione mafiosa Cosa Nostra. A pesare, però è stata
anche "l'accertata e confidenziale frequentazione tra il dott.
Avolio ed il Carini", come sottolinea la delibera approvata. Si
tratta dell'imprenditore calabrese Giulio Carini, uno degli
indagati nell'inchiesta "Perfido", che riguarda la costituzione,
in Trentino, di una locale della cosca 'ndranghetista Serraino.
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