Un milione di euro guadagnati in
provvigioni che avrebbe cercato di mascherare con il versamento
di una caparra per la cessione del maso di famiglia a Marlengo.
Di questo è accusato dalla guardia di finanza di Merano un
imprenditore edile della zona, che ora dovrà difendersi
dall'accusa di aver omesso un'imposta sui redditi pari a mezzo
milione di euro: una dichiarazione infedele che rischia di
costargli una condanna da 2 a 4 anni e 6 mesi di reclusione.
Secondo quanto appurato dalle fiamme gialle, il milione di
euro sarebbe frutto dell'attività di mediazione per la cessione
(attraverso una società del Liechtenstein) di un pacchetto di
"Liberty Bonds", titoli di stato cinesi emessi nel 1937 in
occasione del ventiseiesimo anno della fondazione della
Repubblica cinese. L'imprenditore si è difeso dicendo appunto di
aver ricevuto il milione quale caparra per la vendita del maso
di famiglia, ma secondo gli inquirenti il preliminare sarebbe
stato siglato con un avvocato del Liechtenstein titolare della
società estera per conto del quale l'imprenditore aveva venduto
i titoli. La vendita, inoltre, non è mai stata perfezionata
entro i termini stabiliti dal contratto, al punto che lo stesso
imprenditore aveva avviato l'iter per i lavori di
riqualificazione energetica. Per gli inquirenti, dunque, solo
una copertura per giustificare il milione di euro non
dichiarato.
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