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Vaccini: in Trentino aumento prime dosi ma troppi indecisi

Vaccini

Vaccini: in Trentino aumento prime dosi ma troppi indecisi

Copertura sotto medie in Fiemme e Fassa, meglio in val di Sole

TRENTO, 23 novembre 2021, 17:34

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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In Trentino c'è stato, nel mese di novembre, un "aumento di prime dosi, ma non ci permetterà di coprire in tempi brevi quella fascia tra i 20 ed i 60 anni in cui ci sono ancora migliaia di cittadini indecisi che non si sono vaccinati. Stanno però aumentando le terze dosi". Così il direttore generale dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento, Antonio Ferro. Commentando i dati su contagi e vaccini, Ferro ha sottolineato come in Trentino "il dato rilevante è che rispetto al dato italiano dell'84,2%, qui siamo all'85,1%, sopra la media nazionale, per la copertura vaccinale".
    La situazione è però a macchia di leopardo, con zone come le valli di Fiemme e di Fassa che hanno una copertura sotto la media, mentre in valle di Sole si sfiora l'80%. Altro "elemento critico", così lo ha definito ancora Ferro, il fatto che "dopo sei mesi c'è un calo dell'efficacia vaccinale che arriva ad essere intorno al 40% dai 40 anni in su, motivo per cui è stata anticipata dal ministero la possibilità di richiamo con la terza dose dopo 5 mesi anziché 6". Terza dose che - ancora il dg Apss - risulta "importantissima per il sistema ospedaliero. Si vede infatti come un vaccinato tende a non essere ricoverato e a non finire in rianimazione. Chi non è vaccinato ha più di dieci volte la possibilità di contagiarsi". Apss si sta organizzando per aggiornare il software di prenotazione anticipando di un mese la somministrazione: "Non abbiamo problemi di scorte, il problema non sono le pallottole, ma i soldati", ha commentato Ferro, in riferimento alla cronica carenza di personale sanitario. "Abbiamo una richiesta di vaccinazione che raggiungerà il massimo a dicembre-gennaio ed il personale dovrà lavorare su questo, quindi l'indicazione sarà comprimere le altre attività per dedicarsi ai tamponi e al contact tracing per individuare i focolai. Un'attività che non può essere fermata e tutte le risorse verranno messe lì perché ci garantirà di essere un'isola bianca in una situazione epidemiologica ben più grave ai confini".
   

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