In Alto Adige il pronto soccorso
ha retto l'aumento di infortuni sugli sci durante le festività
di Natale. Si è trattato della prima prova di convivenza
dell'emergenza coronavirus con gli incidenti sciistici
dall'inizio della pandemia. Nel 2020 gli impianti di risalita
furono chiusi il 9 marzo e non hanno riaperto durante lo scorso
inverno. Ora invece, grazie ai vaccini e ai protocolli di
sicurezza, si può sciare nonostante un'incidenza oltre 1.200.
Come spiega il direttore sanitario dell'Azienda sanitaria
dell'Alto Adige Josef Widmann, anche grazie all'elisoccorso il
carico degli incidenti sugli sci può essere distribuito sui vari
ospedali.
"E' ancora presto per tirare le somme", sottolinea. L'Azienda
sanitaria, sapendo di avere risorse ridotte a causa della
presenza di pazienti Covid, ma anche per i sanitari no vax
sospesi, da ottobre si è preparata alla stagione sciistica.
"Abbiamo formato la nostra rete ospedaliera, in collaborazione
con i vari reparti di traumatologia e ortopedia, siamo così
arrivati a una situazione di relativo controllo", aggiunge
Widmann. Il direttore sanitario non nega che gli ospedali sono
in sofferenza con i reparti con i letti ridotti e alcune sale
operatorie chiuse. "Il sistema comunque è in equilibrio",
ribadisce. Sono anche state coinvolte le cliniche private per
fare fronte agli sciatori infortunati. Infine Widmann rivolge un
appello a tutti gli appassionati dello sci: "Fate attenzione,
andate piano e non fatevi male".
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