La didattica a distanza e lo
smartworking hanno aumentato lo stress in una famiglia su due in
Alto Adige. Il 33 per cento dei giovani ha valutato la propria
qualità di vita come bassa, mentre il consumo di media digitali
è aumentato notevolmente durante la pandemia. È quanto emerge
dal sondaggio online "Copsy Alto Adige" sull'impatto
dell'emergenza sanitaria sulla salute psicosociale di bambini e
adolescenti, condotto nei mesi di maggio e giugno 2021
dall'Istituto di medicina generale e "Public Health" della
Scuola provinciale superiore di sanità "Claudiana".
Un confronto con i dati internazionali antecedenti la
pandemia da Covid-19 mostra che durante gli ultimi due anni il
numero di giovani che soffrono di una scarsa qualità di vita è
raddoppiato. Nel sondaggio della "Claudiana", i giovani stessi e
i loro genitori hanno valutato la loro qualità di vita come
inferiore. Forti fattori di influenza negativa per questo
fenomeno sono stati la situazione abitativa e il carico di
lavoro per i genitori. Il 48 per cento degli adolescenti, i cui
genitori hanno dichiarato di sentire lo stress per il
cambiamento del lavoro legato alla pandemia, ha sentito che la
qualità della propria vita era limitata. Anche i figli di
genitori single segnalavano più spesso una bassa qualità di vita
(36%) come anche i figli che vivono senza balcone, terrazzo o
giardino (43%).Lo studio conferma anche altri effetti negativi
della pandemia, tra cui un aumento dell'incidenza di problemi
comportamentali psicosociali e disturbi d'ansia tra gli scolari
in ambiti importanti della vita.
Il 31 per cento dei giovani è stato valutato dai genitori nel
comportamento come alterato. In questo contesto si è registrato
un aumento dei problemi comportamentali in generale (32%) e dei
problemi comportamentali con i loro coetanei (28%) dovuti alla
pandemia. Si può presumere che i problemi comportamentali e i
disturbi d'ansia siano aumentati di almeno un terzo nel corso
della pandemia fino ad oggi.
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