Nel 2020 le imprese cooperative e
le mutue trentine hanno generato complessivamente 1,6 miliardi
di euro di valore aggiunto. Lo si evince dallo studio di Euricse
sullo stato di salute della cooperazione trentina. Durante la
pandemia alcuni settori hanno sofferto più di altri, come ad
esempio quello di produzione lavoro e sociali. Diversamente, le
cooperative di consumo e agricole sono riuscite a garantire
continuità di produzione proprio grazie alla natura di prima
necessità dei prodotti e dei servizi offerti.
Sul piano dell'innovazione - accelerata proprio dalla crisi
sanitaria - sei cooperative su dieci tra il 2020 e il 2021 hanno
introdotto una o più innovazioni. Le coop agricole hanno puntato
molto sul tema ambientale: si segnalano quote di produzione con
metodo biologico particolarmente significative in 4 coop su 10
nell'ortofrutticolo e 1 su 5 nel vitivinicolo. Per quanto
riguarda le cooperative sociali e di lavoro gli investimenti si
sono focalizzati su digitalizzazione e formazione dei
lavoratori.
Sul fronte delle cooperative di consumo, nel 2020 le famiglie
cooperative gestivano 355 punti vendita distribuiti in oltre il
90% dei comuni (153 comuni su 166). Di questi, più di 200 negozi
rappresentavano l'unico esercizio del paese e in 92 comuni le
famiglie cooperative operavano come unico negozio alimentare di
prossimità. Tra il 2019 e il 2020 il fatturato è aumentato in
oltre il 90% delle realtà intervistate. Spostandosi sul credito
cooperativo, gli sportelli delle Bcc-Cr rimangono quelli più
presenti in Trentino, rappresentando il 63,9% del totale degli
sportelli bancari. In 112 comuni le Casse rurali rappresentano
l'unico sportello bancario.
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