#finiscequi: un hashtag
evocativo che richiama un impegno. Quello di rifiutare d'ora in
poi ogni affermazione lesiva basata su genere, etnia,
orientamento sessuale, disabilità, età, religione o altri
fattori identitari. Si ispira a questo principio la campagna di
comunicazione che l'Università di Trento ha lanciato all'interno
delle proprie sedi accademiche e sui social istituzionali in
occasione della Giornata internazionale della donna.
Aule, sale lettura, laboratori e spazi comuni - comunica
l'Università -sono state allestite con manifesti in cui sono
riportate frasi comuni, che ad una prima lettura appaiono neutre
e inoffensive, ma che contestualizzate e specificate svelano
discriminazioni, esclusioni, molestie. Frasi che possono causare
disagio, escludere, discriminare, emarginare.
Per sensibilizzare su questo tema l'Ateneo ha ideato e stampato
centinaia di locandine con una trentina di soggetti diversi,
oltre a qualche migliaio di segnalibri, in distribuzione nelle
varie sedi delle biblioteche universitarie. A questi materiali
si aggiungono i volantini da appendere sulle bacheche con il
talloncino da staccare per conservare il numero di telefono del
servizio della Consigliera di fiducia di Ateneo, una figura a
cui possono rivolgersi le persone che studiano e lavorano in
Ateneo e che ritengano di aver subito situazioni di violenza, di
molestie, di straining (stress forzato sul luogo di lavoro), di
mobbing, di discriminazione.
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