"Benno aveva un atteggiamento
manipolatorio nei miei confronti e non voleva che frequentassi i
miei amici". Questa la testimonianza di Nadine, infermiera di
Nuova Ulma, in Baviera, che ebbe una relazione con Benno
Neumair due anni fa. Oggi la giovane donna è stata sentita come
testimone al processo davanti alla Corte d'assise a carico di
Benno, imputato per omicidio aggravato plurimo e occultamento di
cadavere: il 31enne bolzanino è reo confesso per l'omicidio dei
suoi genitori, commesso il 4 gennaio 2021.
Se per quanto riguarda la ricostruzione della dinamica il caso
è già risolto, il processo dovrà stabilire se Benno fosse capace
di intendere e di volere. Secondo la perizia psichiatrica svolta
in fase d'indagine, Benno sarebbe stato seminfermo di mente al
momento dell'omicidio di suo padre Peter, ma perfettamente
lucido poco più tardi, quando uccise sua madre Laura.
Nell'udienza di oggi, così come nelle prossime, sono chiamati a
testimoniare numerose persone - familiari, ex fidanzate e
conoscenti vari - per descrivere, attraverso il ricordo di
aneddoti, la personalità di Benno. "Convivere con lui era
difficile: mi prendeva soldi di nascosto, e in un caso aveva
inscenato una finta aggressione di cui sarebbe stato vittima" ha
ricordato Nadine, spiegando che quella finta aggressione si
concluse con un trattamento sanitario obbligatorio per Benno,
visto che aveva perfino impugnato un coltello.
Nel pomeriggio è stata nuovamente ascoltata la sorella Madè,
che ha ribadito: "Benno mentiva di continuo ed avevo paura di
lui".
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