Nel primo trimestre 2022 le denunce
di infortunio nell'edilizia registrate da Inail in provincia di
Trento sono cresciute del 34% rispetto allo stesso periodo del
2021, passando da 104 a 158. Nel settore delle costruzioni si è
passati da 75 a 112, nei lapidei da quattro a 13, nella
lavorazione del legno da 83 a 89 e nell'estrazione minerali da
cava da due a quattro. I dati sono emersi nella conferenza
stampa organizzata da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil del
Trentino sulla sicurezza sul lavoro.
"Serve intervenire subito su prevenzione e controlli se non
vogliamo rischiare che la situazione vada fuori controllo",
hanno affermato Sandra Ferrari, Fabrizio Bignotti e Matteo
Salvetti, rispettivamente segretari generali di Fillea Cgil,
Filca Cisl e Feneal Uil del Trentino.
A quanto riferiscono i sindacalisti, il settore dell'edilizia
in Trentino risulta in crescita. Gli addetti iscritti in cassa
edile sono 9.717 (erano 7.000 nel 2017), mentre le ore lavorate
nel 2021 sono state 9.549.307 (+1,3 milioni rispetto al 2017).
Crescono gli ingressi di persone che prima erano in altri
settori e i lavoratori stranieri (circa 3.867, +20,4% rispetto
al 2017). Tra il 2020 e il 2021 gli infortuni sono aumentati del
33,2%. Il Centrofor ha registrato un aumento delle visite
preventive dei tecnici (più di 1.100 visite l'anno scorso, oltre
1.300 quelle preventivate quest'anno).
"L'aumento dell'attività, trainato dal bonus 110%, non può
essere pagato in alcun modo in vite umane. Avevamo richiesto ad
Ance e Associazione artigiani, in occasione del rinnovo del
contratto provinciale di settore, di istituire la figura del
Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale
(Rlst), ma tale figura è stata ritenuta superflua dalle
controparti. Siamo invece convinti che, assieme all'attività di
Centrofor e ai controlli dell'ispettorato lavoro e di Uopsal,
l'Rlst possa diventare determinante nella prevenzione di altri
infortuni mortali", hanno concluso i segretari.
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