"È richiesta una nuova visione
dell'economia, è importante che i governi si allontanino da un
focus concentrato sull'ossessione dei successi materiali.
Immagino un'economia che sia una spazio esplorativo, per creare
nuove cose. In questo nuovo mondo, il lavoro è davvero
coinvolgente". Lo ha detto Edmund Phelps, premio Nobel per
l'economia 2006, intervenendo al Festival dell'economia di
Trento in un incontro dal titolo
"L'innovazione che viene dal basso, non calata dall'alto".
Phelps nel suo intervento ha spiegato che la crisi
dell'innovazione nel mondo Occidentale è iniziata negli anni
Settanta del secolo scorso, una situazione che ha "disturbato" i
lavoratori, cresciuti nella convinzione che le loro retribuzioni
sarebbero cresciute ancora, garantendo una qualità della vita
migliore rispetto alle generazioni precedenti. Una teoria che,
per ammissione dello stesso economista, è negata dalla scuola
neoclassica. Secondo Phelps, la mancanza di innovazione si
riflette anche sulla soddisfazione dei lavoratori. Da qui -
secondo il Nobel - il ricorso sempre più frequente allo smart
working, segno che sui luoghi di lavoro non vi è coinvolgimento,
anche dal punto di vista umano.
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