Settantacinque anni fa,
nell'estate del 1947, il Passo dei Tauri, un valico di montagna
a 2.633 metri di quota che collega l'Italia con l'Austria,
divenne improvvisamente teatro dell'esodo di 8.000 ebrei, che di
notte, dopo molte ore di cammino, raggiunsero l'Italia per
proseguire poi il viaggio verso la Palestina. A ricordare questo
evento il 3 luglio si svolgerà la 16/a marcia della pace Alpine
Peace Crossing che ripercorre il sentiero di montagna utilizzato
all'epoca dagli ebrei.
Nell'estate del 1947, lo Stato d'Israele non era ancora
stato proclamato. Per fermare l'esodo, gli alleati, soprattutto
gli inglesi in Carinzia e i francesi in Tirolo, bloccavano agli
ebrei i valichi verso l'Italia. Feingold aveva però scoperto
questo sentiero attraverso il Passo dei Tauri. Con mezzi della
Croce Rossa i profughi arrivati a piedi in valle Aurina venivano
portati prima a Merano e poi a Genova e Ancona, ove si
imbarcavano per la Palestina.
Le stime finora fatte parlavano di circa 5.000 ebrei, ora
però Ernst Löschner, il fondatore dell'Alpine Peace Crossing, ha
studiato tutta la documentazione negli archivi locali, come
anche le registrazioni meteorologiche del rifugio Krimmler
Tauernhaus, dove i profughi facevano tappa e venivano
rifocillati prima di affrontare il passo a oltre 2.600 metri di
quota. Löschner è convinto che i profughi siano stati 8.000.
"L'estate del 1947 è stata una delle più belle del secolo con,
tra giugno e settembre, appena 23 giorni di pioggia e
addirittura solo sette giorni di precipitazioni ininterrotte",
racconta il viennese. La temperatura media tra marzo e ottobre
era trai i 3,5 e i 4 gradi oltre la media pluriennale e la prima
neve cadde solo il 17 novembre. L'esodo fu interrotto perciò
solo in tardo autunno dalla neve. Con la proclamazione dello
Stato d'Israele, nel maggio 1948, l'uso di questa via di fuga
venne meno.
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