"Benno Neumair è perfettamente
capace di intendere e di volere. Ha un disturbo narcisistico di
personalità ma era lucido quando uccise i suoi genitori e gettò
i loro cadaveri nel fiume. E' rassicurante pensare che chi
commette un delitto efferato soffra di disturbi mentali, ma non
è così: può uccidere anche chi non ha alcun disturbo". Lo ha
dichiarato in tribunale la psichiatra padovana Anna Palleschi,
perito di parte civile. La sua perizia non coincide con quella
svolta, in incidente probatorio, dai tre periti nominati dal
giudice per le indagini preliminari. Secondo questi ultimi,
infatti, Benno sarebbe stato incapace di intendere e di volere
in occasione del primo omicidio, quello ai danni del padre
Peter, in quanto un litigio tra i due avrebbe scatenato la furia
omicida di Benno. Una conclusione, questa, che non viene affatto
condivisa dalla psichiatra Palleschi, secondo la quale Benno non
agì affatto in seguito ad un discontrollo degli impulsi, anzi:
per lui l'uccisione sarebbe un'azione di ritorsione, un
tentativo disperato di prendere il controllo e proteggere la
propria autostima. Benno sapeva, quindi, quello che faceva,
secondo la consulente di parte civile.
A margine dell'udienza è emerso un fatto finora sconosciuto:
circa un anno fa, nel luglio 2021, Benno cercò di strangolare un
suo compagno di cella nel carcere di Bolzano, nel corso di un
litigio per futili motivi. Poi intervennero le guardie
carcerarie e la vicenda si risolse senza conseguenze per il
detenuto aggredito. Nei confronti di Benno furono presi dei
provvedimenti disciplinari da parte dell'amministrazione
penitenziaria. Infine una coincidenza: proprio oggi Laura
Perselli, la madre uccisa da Benno, avrebbe compiuto 70 anni.
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