"La Provincia autonoma di Trento
accumulava infatti da mesi rifiuti speciali derivanti dalla
depurazione delle
acque reflue, per i quali non dispone tuttora di un'idonea
impiantistica di trattamento. Ergo, li ha rifilati "sotto
copertura" a Imèr e Monclassico, umidi o grassi che fossero!".
Così, in una nota, il Comitato delle famiglie della frazione
Masi con i 3.000 firmatari della petizione popolare, il Codacons
Veneto, l'associazione dei Pescatori di Primiero, i gruppi
consigliari di minoranza dei comuni di valle e tutti coloro "che
hanno subìto e provato a contrastare, senza risparmio di
energie, un sopruso fuori scala rispetto a quello stretto lembo
di terra posto all'imbocco della valle del Cismón, sovrastato da
finestre e balconi delle case della piccola comunità residente,
hanno ben poco da festeggiare".
I volontari del Comitato hanno infatti documentato
fotograficamente "decine e decine di sversamenti di grigliati,
fanghi, sabbie… hanno assistito a clamorose "fumate" di sacchi
neri in avanzato stato di fermentazione e ad abnorme dispersione
aerea di polveri, hanno filmato curiose operazioni di
occultamento rapido di sacconi bianchi e rifiuti cimiteriali,
ammirato la maestria degli operatori di escavatori cingolati a
benna rovescia nello schiacciare rifiuti ingombranti
(materassi, pneumatici, tapparelle, borse, etc.), hanno
catalogato inerti di copertura di tutte le colorazioni e
provenienze… molto spesso con l'indice ed il pollice pressati
sulle narici per sopportare le considerevoli molestie
olfattive. Hanno pure raccolto clandestinamente campioni di
quella mer**(canzia) ed hanno messo mano al portafoglio per
pagare le analisi, passando tutto alla Procura della Repubblica
ed al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri. Ma una parte
della refurtiva è ancora disponibile per chiunque ne volesse
reclamare la proprietà".
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