Tra gennaio e luglio 2022 si sono
registrate in provincia di Trento 4.883 denunce di infortunio,
657 in più rispetto nello stesso periodo dell'anno precedente.
Gli incidenti mortali sono stati nove. Lo riportano i sindacati
Cgil, Cisl e Uil del Trentino, sulla base dei dati Inali.
I settori in cui si verificano maggiori infortuni sono
l'industria (1.045 casi, +146 rispetto allo stesso periodo
dell'anno precedente) e il terziario (899 casi, +106). In lieve
calo il dato nell'artigianato, che passa dai 401 casi dello
scorso anno a 381 del 2022, e nell'agricoltura, da 350 a 306
infortuni denunciati. Gli ambiti professionali in cui la
sicurezza è maggiormente a rischio sono trasporto e
magazzinaggio, con un aumento del 42% (da 188 a 328 casi), le
costruzioni con +18% e il manifatturiero +17%. Le denunce di
malattie professionali sono invece calate, passando da 200 a 167
casi.
"Sono dati che confermano purtroppo un andamento riscontrato
ormai da mesi e che impongono interventi seri e concreti sul
piano della formazione, della prevenzione e soprattutto dei
controlli. Servono azioni che incentivino le aziende ad
investire in sicurezza e serve rafforzare le strutture
ispettive", commentano Manuela Faggioni, Katia Negri e Alan
Tancredi che seguono le politiche per la sicurezza sul lavoro
per i sindacati.
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