Poco meno di un milione di euro
di lavori a base d'asta (990mila), un aumento di cubatura minimo
(5%, pari a 134 metri metri cubi), realizzazione della scala
antincendio esterna e avvio del cantiere previsto per giugno
2023. Sono questi alcuni dati salienti dell'intervento di
ristrutturazione del rifugio Pedrotti alla Tosa, a 2.491 metri
nelle Dolomiti di Brenta. Dal punto di vista architettonico,
l'intervento si caratterizzerà per la presenza all'ultimo piano
- che sarà interamente dipinto di rosso - di quattro punti luce
che saranno rivolti verso i quattro principali sentieri di
accesso. Di fatto - ha spiegato il capo progettista,
l'architetto trentino Stefano Pasquali - è stato sviluppato il
concetto di un rifugio che faccia da faro per escursionisti ed
alpinisti.
Il progetto è stato presentato questa mattina nella sede
dell'Ordine degli architetti di Trento, presenti la presidente
della Sat Anna Facchini, la vice, Iole Manica, il presidente
dell'Ordine degli architetti Marco Giovanazzi, la presidente
degli ingegneri Silvia Di Rosa, e l'architetto Giorgio Tecilla,
dirigente dell'Osservatorio del paesaggio della Provincia. Il
progetto è stato assegnato sulla base di un bando di concorso
che ha raccolto 60 elaborati, un iter che è stato accolto con
soddisfazione da tutte le parti coinvolte e che segna un punto
di rottura rispetto al passato. La commissione che ha giudicato
i lavori è composta dall'ingegner Roberto Bertoldi (per la Sat),
dall'ingegnera Valentina Eccher (Ordine inegneri) e
dall'architetto Simone Cola (Ordine architetti)
A vincere è stato un gruppo di progettisti guidati, appunto, da
Stefano Pasquali: con lui ci sono Samantha Minozzi, Alberto
Stangherlin e Andrea Moser. Entro la fine dell'anno sarà
consegnato il progetto definitivo, che non prevede un
ampliamento degli attuali 135 posti letto. Durante i lavori, la
cui durata è da stabilire, la Sat cercherà di tenere aperto un
punto di ristoro per gli escursionisti.
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