I timori della Svp per il governo
a guida FdI "sono destituiti di fondamento. Anzi c'è una forte
spinta a comprendere le ragioni di chi, a livello territoriale,
rappresenta situazioni particolari, speciali, come la nostra, ed
ha bisogno di interlocutori solidi al governo". Lo afferma
Alessandro Urzì, coordinatore del partito in Trentino Alto Adige
e futuro deputato di Fratelli d'Italia.
Nel collegio plurinominale per la Camera Veneto 2-P02 il
partito di Giorgia Meloni ha ottenuto un seggio che va, secondo
le liste del ministero dell'Interno, a Maria Cristina Caretta,
la quale, però, è stata eletta anche nel collegio uninominale di
Vicenza. Di conseguenza, lascerà libero il seggio per il secondo
in lista nel plurinominale che è, appunto, Urzì, che lascerà il
consiglio provinciale altoatesino nel quale siede dal 1998,
interpretando sempre in modo molto battagliero il suo ruolo di
oppositore.
"Territori ed autonomie speciali - prosegue Urzì - in questo
momento hanno come priorità quella di individuare un metodo per
trasmettere le proprie istanze a Roma. Da parte nostra c'è
attenzione, interesse e disponibilità alla collaborazione".
L'elezione di un parlamentare italiano appartenente al Pd e,
quindi, non alla futura nuova maggioranza di governo,
"indebolisce il territorio a livello parlamentare", secondo il
coordinatore regionale di FdI. "La mia candidatura in un
collegio forte in Veneto non è stata casuale - sottolinea ancora
Urzì - ma è stata voluta da Giorgia Meloni per indicare una via
di comunicazione ed io sono disponibile ad interpretare la
funzione di trait d'union".
"Interventi sullo statuto d'autonomia non sono all'ordine del
giorno - assicura Urzì - Peraltro, finora, ad ogni inizio di
legislatura, proposte di modifica anche radicali sono venute
sempre solo dalla Svp. È auspicabile che questa volta non si
metta il parlamento di fronte al fatto compiuto, ma eventuali
proposte nascano da un confronto con le autorità nazionali".
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