Il Comune di Trento sta lavorando a
un piano per il contenimento dei consumi energetici. Le misure
previste - si apprende - accolgono le disposizioni nazionali del
Ministero della transizione ecologica e, in aggiunta, si
prefiggono di razionalizzare l'utilizzo sia dell'illuminazione
pubblica sia del riscaldamento negli uffici, nelle scuole e in
tutti gli edifici comunali. Se la spesa per l'energia elettrica
nel 2021 è stata di 2,7 milioni, per il 2022 la previsione è di
un esborso 7 milioni che salirà a 8,6 nel 2023.
L'Amministrazione comunale ha esternalizzato il servizio di
riscaldamento dei propri edifici e quindi non ha l'onere del
pagamento diretto. È attualmente in fase di definizione
l'accordo per il riconoscimento dei maggiori costi sostenuti
dalla ditta esecutrice. Il 45,5% dei costi sono legati alle
scuole, il 15% ad ambulatori e associazioni, l'11% agli uffici
comunali, l'8% agli impianti sportivi interni ai plessi
scolastici, il 4% alle biblioteche, il 3% alle circoscrizioni
Negli edifici pubblici, indipendentemente dal raggiungimento
delle 13 ore previste dalle nuove disposizioni nazionali, lo
spegnimento del riscaldamento sarà anticipato di un'ora rispetto
al passato, con temperatura a 19 gradi. Si stima così un
risparmio del 10%, a cui se ne aggiunge un ulteriore 4% con la
chiusura di tutte le sedi comunali il venerdì pomeriggio.
L'illuminazione pubblica, con i suoi 18.000 punti luce,
rappresenta il 56% della spesa totale (per il 2022 è prevista di
3,6 milioni di euro). Sono al vaglio alcune proposte che
comporterebbero la riduzione del 10%. Si è scelto di spegnere
un'ora prima le 53 luci architettoniche in città. È al vaglio la
scelta di spegnere dalle 23 alle 6 alcune aree verdi e
ciclabili, valutandone l'impatto sulla sicurezza. Laddove è
presente l'illuminazione a led con il controllore di potenza, si
valuta di anticipare la riduzione d'intensità delle luci
stradali dalle 22.
Si è scelto, infine, di confermare le luminarie natalizie ma
con riduzione del 15-20% della durata di accensione giornaliera
e la limitazione del 'photomapping' alla sola piazza Duomo.
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