"Il crollo del potere d'acquisto
spinge l'Alto Adige verso la recessione". Lo segnala il
Barometro d'autunno dell'Istituto promozione lavoratori-Ipl. "Il
bilancio provvisorio dell'economia altoatesina - sottolinea
l'Ipl - nel 2022 è di tutto rispetto, nonostante il quadro
sfavorevole determinato dai fattori contingenti quali, in primo
luogo, la guerra in Ucraina e lo shock dei prezzi dell'energia".
Un problema, di grande rilevanza, è dato dall'inflazione, "che
in Alto Adige è arrivata in doppia cifra (10,8% a settembre),
superando di due punti percentuali il dato nazionale", spiega
l'Ipl sottolineando che anche "la dinamica dell'occupazione si è
appiattita a partire da luglio di quest'anno".
Le prospettive di sviluppo dell'economia altoatesina nei
prossimi dodici mesi sono nuovamente calate, sostiene l'Ipl.
Mentre la situazione è stabile sul fronte occupazionale, "il
problema è e rimane il portafoglio delle famiglie. La situazione
è, infatti, ulteriormente peggiorata rispetto al trimestre
precedente. Il 46% degli intervistati dichiara di avere
difficoltà a far quadrare i conti, perché i soldi non bastano
per arrivare a fine mese". Si tratta del valore più alto mai
misurato nel Barometro Ipl dalla prima rilevazione condotta
nell'estate 2013.
Mentre "alcune condizioni generali per l'economia altoatesina
rimangono favorevoli nel 2023", secondo le previsioni dell'Ipl,
"a causa del massiccio calo del potere d'acquisto", che produrrà
"un notevole calo dei consumi" ed "un tasso di variazione del
Pil per l'economia altoatesina pari a meno 0,5%., "l'economia
altoatesina nel 2023 entrerà in recessione". "Questo non deve,
però, essere motivo di panico, ma deve essere un'opportunità per
ripensare il modello di fare economia", commenta il direttore
Ipl, Stefan Perini.
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