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Vulvodinia: sì a mozione anche grazie ad attiviste-pazienti

Vulvodinia: sì a mozione anche grazie ad attiviste-pazienti

Hanno promosso il documento approvato in Consiglio provinciale

TRENTO, 29 ottobre 2022, 14:42

Redazione ANSA

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YNN Ci sono anche due attiviste-pazienti trentine dietro la mozione approvata giovedì in Consiglio provinciale per sensibilizzare sulle "patologie femminili invisibili". Laura Laguardia e Cecilia Bighelli fanno parte del Comitato vulvodinia e neuropatia del pudendo, impegnato a livello nazionale dall'estate 2021. Cecilia, roveretana, ha avuto le prime avvisaglie nel 2017, a 23 anni, "quando ho iniziato a provare fastidio durante i rapporti sessuali - racconta all'ANSA - che poi nel giro di tre mesi è peggiorato gradualmente fino a diventare un bruciore costante".
    Cecilia spiega che, a differenza della maggior parte delle persone che soffrono di questa patologia, è stata fortunata, perché le prime ginecologhe a cui si è rivolta le hanno nominato la vulvodinia. "In questo modo, attraverso internet sono riuscita ad arrivare a un gruppo di medici specializzati", dice.
    Studentessa di Giurisprudenza a Trento, Laura ha iniziato a provare dolore all'età di 12 anni, "fin dal primo ciclo mestruale", racconta. Dopo anni in cui il dolore è andato crescendo, due anni fa "ho iniziato a stare ferma nel letto perché non riuscivo a sedermi, a stare in piedi, a camminare".
    "Grazie a una dottoressa di Trento - dice - sono arrivata a capire che quel dolore non era normale e, dopo diversi esami, sono arrivata alla diagnosi. Dopo due anni di cura posso dire di vedere dei miglioramenti netti, anche se la vulvodinia è una patologia con alti e bassi".
    Queste malattie sono ritenute "invisibili" perché sono ancora poco studiate, come tutte le patologie che riguardano il corpo femminile. "La mancanza di formazione è un problema trasversale al nord e al sud del Paese", tiene a sottolineare Laura, che è originaria di Matera.
    A dicembre partirà in Trentino un gruppo di auto mutuo aiuto, co-organizzato dalle due attiviste assieme all'associazione Ama, per persone che soffrono di vulvodinia e di dolore al pavimento pelvico. Il gruppo sarà facilitato da Cecilia, che ha già esperienza in questo campo. "A Torino - spiega - ho partecipato ad un gruppo di auto mutuo aiuto attivo da 4 anni. Tornata a Rovereto, ho deciso di contattare Ama per attivare un percorso di questo tipo".
   

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