"Mancano risorse finanziarie
adeguate ed è drammatico e desolante il dato dei suicidi e degli
atti di autolesionismo dentro le strutture detentive". Lo ha
detto Antonia Menghini, Garante dei diritti dei detenuti della
Provincia di Trento, relazionando sugli ultimi mesi di attività
e sulla situazione carceraria in Trentino alla vigilia della
possibile nomina del nuovo Garante in consiglio provinciale.
"È necessaria - ha affermato Menghini - una maggiore presenza
delle istituzioni dentro la casa circondariale di Spini di
Gardolo, la stessa magistratura di sorveglianza deve venire più
spesso nel carcere e toccare con mano le situazioni".
"Inesorabile" è stata definita la lenta crescita del numero
di ospiti della struttura trentina e dei detenuti in Italia e,
secondo Menghini è "improvvida" la riforma della media sicurezza
del 2022. La Garante ha poi criticato il modello di custodia
chiusa (nelle celle), che impedisce ai detenuti di muoversi nei
corridoi di sezione.
L'offerta trattamentale, ha poi annotato Menghini, "è troppo
ridotta e questo è un gravissimo autogol per la società civile,
nella quale grande parte dei detenuti tornerà inevitabilmente in
tempi non lunghi". Altro problema: il frequente invio a Trento
di soggetti particolarmente problematici, "sfollati" da altri
istituti di pena. La garante ha invocato più misure alternative
al carcere e più ascolto dei detenuti.
A bilancio finale della propria esperienza nel ruolo,
Menghini ha detto che s'è trattato di "un lavoro molto faticoso
anche sul piano psicologico, spesso purtroppo frustrante per le
tante occasioni in cui alle segnalazioni o richieste del garante
è seguito il silenzio delle autorità preposte".
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