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Frode fiscale nella telefonia, scoperta associazione

Frode fiscale nella telefonia, scoperta associazione

Operazione GdF Trento, eseguite tre misure cautelari

TRENTO, 07 novembre 2024, 09:43

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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I finanzieri del Comando provinciale di Trento hanno eseguito un'ordinanza emessa dal gip del Tribunale che ha disposto misure cautelari personali nei confronti di tre persone: la custodia in carcere per un cittadino pakistano e l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per due professionisti trentini. Il reato contestato è associazione a delinquere, comprendente altre due persone pakistane, finalizzata all'occultamento e distruzione di documentazione contabile e all'evasione fiscale.
    Le indagini - si legge in una nota - sono state condotte dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Trento e coordinate dalla Procura della Repubblica di Trento.
    Sono scaturite da un'autonoma attività investigativa contro il riciclaggio e la frode fiscale e dallo sviluppo di numerose segnalazioni di operazioni sospette. È stata disvelata una rete societaria transnazionale dedita alla commercializzazione internazionale di apparecchi e materiali di telefonia, in totale evasione fiscale.

    Dalle investigazioni è emerso che l'organizzazione, alternando nel tempo sette soggetti economici (ditte individuali e/o società) dalla breve durata operativa, le cosiddette "imprese apri e chiudi" intestate a diversi prestanome di origine pakistana, acquistava prodotti di telefonia mobile da varie società dislocate in Italia e in diversi Paesi dell'Unione Europea, per poi rivenderli formalmente a società appartenenti alla stessa organizzazione e ubicate in Spagna, Francia e Belgio (sconosciute al Vies).
    In tal modo, trattandosi di cessioni intra-Ue, le operazioni venivano documentate come non imponibili, ma in realtà gran parte della merce era destinata al mercato italiano senza l'assolvimento dell'imposta, consentendo così la rivendita a prezzi più bassi e condotte anticoncorrenziali.
    Le imprese coinvolte risultavano "evasori totali" o avevano presentato dichiarazioni fiscali con importi pari a zero. Solo grazie al ricorso alle banche dati in uso al Corpo e al riscontro delle indagini finanziarie è stato possibile ricostruire che, tra il 2015 e il 2023, sono stati effettuati scambi commerciali per oltre 88 milioni di euro, con un'evasione fiscale accertata di oltre 8,7 milioni.
    Tra i veri amministratori delle imprese c'è il destinatario della misura cautelare in carcere odierna. I due professionisti trentini destinatari delle altre misure cautelari avevano nel tempo curato la costituzione e la gestione contabile di alcune delle imprese coinvolte.
   

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