Nella gestione di Umbria Tpl e
mobilità "non possono essere mosse censure" all'operato degli
amministratori pubblici. Lo ha sostenuto la Corte dei conti che
ha "dichiarato il proprio difetto di giurisdizione" in relazione
alla citazione in giudizio che era stata avanzata dalla procura
contabile nei confronti degli ex vertici, tra cui Giovanni
Moriconi, presidente del cda dalla costituzione fino al novembre
del 2012, e consiglieri di amministrazione della società e dei
rappresentanti degli organi politici regionali, la presidente
umbra Catiuscia Marini e diversi passati e attuali assessori.
Per la Corte - emerge dalla sentenza - gli amministratori
pubblici "hanno agito pur sempre all'interno di quei canoni di
ragionevolezza e di non abnormità che rendono insindacabili le
scelte".
Secondo il collegio, inoltre, "la procura regionale non ha
dimostrato l'esistenza di una appropriazione o una distrazione
dalla finalità pubblicistica da parte degli organi evocati in
giudizio".
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