"Basterà il tempo, un tempo
breve, a ricucire l'incertezza, e vedremo di nuovo le frontiere
aperte, le mani stringersi, vedremo i sorrisi": conclude così
Brunello Cucinelli la sua lettera riportata stamani dalle pagine
online del Corriere della Sera. L'imprenditore umbro,
intervenendo sulla questione coronavirus, sottolinea che sarà
ripresa "spontaneamente quell'uniformità di pensiero che porta
alla tranquillità, sospinti verso l'armonia del Creato per un
futuro radioso che ci attende".
Perché Cucinelli è convinto che quanto accade oggi (anche il
suo 'impero' da questa emergenza ha avuto dei contraccolpi che
hanno arrestato una costante crescita) non ha nulla in comune
con la crisi economica "piuttosto severa" e "strutturale" del
2008: "Fino a un mese fa - scrive - l'economia mondiale andava
bene. Forse quello che sta accadendo può destabilizzare un po',
ma è solo temporaneo".
Cucinelli cita Goya ("il sonno della Ragione produce mostri")
e Paracelso ("Vediamo le stelle, ma non per questo esse da sole
costituiscono il cielo") e afferma che "quanto accade oggi è
meno bello delle stelle, ma la riflessione rimane vera". Per poi
aggiungere: "Vediamo qualcosa che un po' ci preoccupa, ma questo
qualcosa, da solo, non costituisce l'intero Creato".
L'imprenditore cashemere ricorda anche il suo scritto di
tempo fa per un ideale amico cinese, "perché come persona umana
in leggera difficoltà volevo fargli sentire la mia vicinanza" e
sottolinea che già oggi in diverse città cinesi "la gente
comincia a tornare per le strade, il senso positivo della
persona umana prevale e quanto causò timore solo un mese fa ha
già iniziato il declino".
Personalmente Cucinelli si dice certo che "una naturale
preoccupazione è ben diversa da un'insidiosa apprensione".
Scienziati e governi si stanno muovendo e quindi "perché
dovremmo aver paura?" si domanda Cucinelli che infine conclude:
"Siamo ad un passo dal saper gestire quanto è temuto forse più
del reale".
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