"Il Coronavirus ci sta insegnando
qualcosa di fondamentale: una società come la nostra,
all'avanguardia nella tecnologia e nella medicina, viene messa
in ginocchio, nel caos e nella paura, da un piccolissimo virus,
che ci spaventa come un mostro invincibile e ci obbliga a
cambiare radicalmente le abitudini quotidiane. E così impariamo,
forse anche nostro malgrado, che la precarietà fa parte del Dna
dell'uomo, nonostante tutte le sue capacità, ricchezze e
scoperte". E' uno dei passaggi di una lettera dell'arcivescovo
di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, ai parroci e a tutti i
religiosi del presbiterio.
"È il momento - osserva - di ricordare con forza che la vita e
la morte, il tempo e il futuro non ci appartengono e non ne
siamo i padroni ma c'è Qualcuno a cui dobbiamo riferirci, a cui
chiedere aiuto e protezione: Gesù, Figlio prediletto del Padre
celeste e nostro Salvatore".
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