"Vivo in una zona
abbastanza protetta, dove si sono registrati pochi casi di
coronavirus, e ho la fortuna di stare in mezzo alla campagna,
completamente isolato. Ma non esco di casa, bisogna stare
attenti ed essere rigorosi nelle precauzioni, perché questo
virus non perdona": a parlare con l'ANSA dal Cet di Toscolano,
nel comune di Avigliano Umbro, dove sta trascorrendo la sua
quarantena, è Giulio Rapetti, in arte Mogol, autore che da anni
ha fatto dell'Umbria la sua casa. Dove si occupa della creazione
di oli essenziali antivirali.
Per testimoniare il suo legame con il territorio Rapetti ha
deciso di contribuire, insieme ad un medico del posto,
all'acquisto delle circa 2 mila 500 mascherine che il sindaco di
Avigliano, Luciano Conti, ha stabilito vengano distribuite a
tutti i residenti.
"Insieme alla mia famiglia - commenta Mogol - ci è sembrato
il gesto più utile per aiutare in modo rapido e concreto la
comunità".
Dall'Umbria Mogol guarda a distanza l'emergenza che sta
vivendo la sua città di origine, Milano. "I miei figli sono lì e
sono tutti tappati in casa - spiega -, coscienti che si rischia
la vita. Anche i giovani muoiono".
Chiuse tutte le attività del Centro europeo di Toscolano a
data da destinarsi, nonostante i progetti importanti in cantiere
anche con Rai1, nell'isolamento umbro l'autore si occupa della
creazione di oli essenziali antivirali. "Sono 20 anni che li uso
- spiega -, io creo le formule e una signora del posto li
miscela, ora sono in contatto con alcuni professori del
policlinico Gemelli per fare delle prove anche sul Covid-19".
Infine sul testo dell'inno dei medici, adattato alle note de
'Il mio canto libero', per la Federazione italiana delle società
medico scientifiche: "L'ho scritto in un quarto d'ora - conclude
Mogol -, credo che dica ciò che vorremo dire tutti noi ai
medici: grazie".
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