Il 21 giugno 1675, durante
un'epidemia di peste, l'allora vescovo di Terni monsignor
Gentili salì sulla Torre Barbarasa per benedire la città con la
reliquia del Preziosissimo Sangue, una croce pettorale al cui
interno sono custodite alcune gocce del sangue di Gesù. Un gesto
seguito inspiegabilmente, senza una causa evidente, dal
decrescere e poi dalla sparizione della peste nell'estate
seguente. Quattro secoli dopo, e nel mezzo di una pandemia, la
parrocchia di Santa Maria Assunta della cattedrale torna a
celebrare quella reliquia con una festa in programma fino a
domenica.
Tra i vari eventi, liturgici e non, organizzati nell'ambito
della "Festa del Preziosissimo Sangue" è prevista, fino a
domani, anche l'esposizione della stessa reliquia.
Come ha sottolineato il vescovo Piemontese, che domenica mattina
celebrerà in duomo la messa conclusiva delle celebrazioni, la
connotazione d'attualità che si è voluta dare quest'anno alla
festa "più che al coronavirus è però legata alla nuova peste
rappresentata dalla droga". Il tema di questa edizione è infatti
'Uccidi la droga non la vita.
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