In termini complessivi
l'Umbria ha mostrato un andamento delle esportazioni in linea
con la media italiana, con un calo del -14,6% rispetto al -15,3%
nazionale. Emerge dal monitor realizzato dalla Direzione studi e
ricerche di Intesa Sanpaolo in base ai dati al 30 giugno.
Il primo settore - in base allo studio - rimane la
metallurgia con 364 milioni di euro nonostante il calo del 13%,
seguito da meccanica (316 milioni di euro; -22,5%),
agro-alimentare (312 milioni di euro; -8,9%) e abbigliamento
(204 milioni di euro; -14,4%).
I settori che hanno incrementato il valore delle vendite
all'estero - riferisce Intesa San Paolo - sono la chimica (118
milioni di euro; +7,2%) e la farmaceutica che ha superato i 44
milioni di euro e ha quasi raddoppiato le esportazioni del primo
semestre 2019 (+85%).
Nell'analisi del Monitor dei Distretti emerge poi un trend
più positivo se si considerano solo le esportazioni
distrettuali: nel primo semestre in Umbria l'export dei
distretti industriali raggiunge 324,3 milioni di euro, con una
contrazione del -11,3%, più contenuta rispetto al totale
distrettuale italiano (-19,8%).
"Dal nostro osservatorio emerge come il tessuto
imprenditoriale umbro abbia le risorse necessarie per tornare a
crescere grazie a un importante know-how, competenze, elevata
competitività sui mercati internazionali e rapporti di filiera
ben ramificati a livello locale, sostanziali soprattutto nei
distretti industriali" sostiene Luca Severini, direttore
regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo.
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