La pandemia non ferma
le avventure di Lorenzo Barone, il ventitreenne di San Gemini
che lo scorso febbraio ha attraversato il Polo del freddo
siberiano percorrendo oltre 2 mila chilometri in bicicletta in
solitaria. Bloccato in Russia da nove mesi e mezzo a causa del
Covid - oltre che per amore -, il giovane si sta preparando ad
affrontare un nuovo viaggio estremo, sempre sulle due ruote e da
solo, questa volta lungo la strada più a nord del mondo, nella
repubblica della Yakutia.
La partenza, virus permettendo, è fissata per il 15 dicembre
da Yakutsk, mentre l'arrivo, circa due mesi e 2.800 chilometri
dopo, sarà a Yuryung Khaya, percorrendo nell'ultimo lungo tratto
un fiume congelato. Per allenarsi, tra settembre e ottobre,
Barone ha intanto pedalato per altri 3 mila chilometri da
Irkutsk a Yakutsk, incontrando i primi 'assaggi' dell'inverno,
come temperature minime anche di meno 25 gradi. "Ora sto
costruendo l'equipaggiamento per il prossimo viaggio da solo con
l'aiuto di Aygul, la mia ragazza conosciuta una settimana prima
della pandemia e della chiusura delle frontiere in Russia"
spiega all'ANSA. "Qui in Siberia al momento si può uscire e fare
di tutto, negozi e locali sono aperti - racconta il giovane -,
anche se i casi di Covid sono parecchi e di tamponi se ne fanno
pochi. La vita era comunque già ritirata prima, non è cambiata
molto".
Il ventitreenne ha quindi modo di concentrarsi sul prossimo
viaggio. "Le difficoltà - spiega - saranno diverse: innanzitutto
il freddo, con temperature che possono oscillare dai meno 20 ai
meno 50, più il vento. Il percorso è poi molto isolato, la
tratta più lunga senza villaggi o altro è di 411 chilometri,
mentre in una di 1.388 chilometri ci sono solo quattro piccoli
villaggi. Inoltre c'è la possibilità di incontrare orsi bianchi
negli ultimi 600 chilometri. E infine le ore di buio: dato il
periodo e il fatto che andrò oltre il Circolo polare Artico, la
giornata più corta sarà di sole quattro-cinque ore".
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