"Non sono manifesti pro-vita, ma
anti-scienza e contro la libertà di scelta. Serve l'immediata
rimozione dei manifesti apparsi a Perugia contro la pillola
Ru486, un attacco inaccettabile, vergognoso e oscurantista nei
confronti dei diritti delle donne": così il capogruppo del
Partito democratico, Tommaso Bori, relativamente ai manifesti
apparsi in città. "Dopo aver tentato di impedire l'accesso
all'interruzione di gravidanza farmacologica con una delibera
della Giunta regionale, ora si torna alla carica puntando sul
sensazionalismo, la disinformazione e il terrore" aggiunge.
Per Bori "si tratta di manifesti dal contenuto grave e
intimidatorio nei confronti delle donne e dei medici".
"Sostenere che un farmaco, autorizzato dagli organismi preposti,
sia un veleno - sostiene - che costringe le donne ad una
procedura lunga, dolorosissima e che le espone a riconoscere il
figlio innegabilmente 'nelle proprie mani o nel wc', così come
riportato in una nota dell'associazione, è morboso e crudele,
oltre che falso. E per questo chiediamo che vengano rimossi:
siamo di fronte ad una maxi operazione di pubblicità
ingannevole. La battaglia politica e ideologica non può essere
combattuta sulla pelle delle donne, sui loro diritti e sulle
loro conquiste di libertà e autodeterminazione. Un tentativo
deleterio e pericoloso - conclude Bori - che rischia di essere
una vera forma di violenza psicologica".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA