Sedici giorni tra le maglie di un
ragionamento interiore senza scampo e senza sconti, in
un'escalation di disillusione e intolleranza, che offre al
lettore un rovesciamento di prospettiva provocatorio sulla
mentalità e le scelte politiche di un Paese allo sbando. 'Qui
dovevo stare' di Giovanni Dozzini racconta tutto questo, grazie
alla voce che dà al protagonista Luca Bregolisse.
Lo scrittore perugino, dopo aver ricevuto il Premio letterario
dell'Unione Europea del 2019 per il suo apprezzato da pubblico e
critica 'E Baboucar guidava la fila', è tornato con un nuovo
lavoro letterario uscito per Fandango Libri, ora in libreria e
in ebook.
Un romanzo politico su come la provincia italiana è diventata
leghista. Un ritratto impietoso delle ex province rosse, dove il
tessuto sociale è esploso "e chi votava falce e martello oggi
vota la destra razzista e xenofoba, nella speranza che tutto
torni come un tempo, quando tutti - pare - si viveva meglio".
Luca Bregolisse, detto il Brego, è un imbianchino quarantenne
che ha un passato da ragazzo dei centri sociali, una piccola
impresa edilizia che lavora in nero, una moglie a casa che non
vuole lavori e una figlia piccola, un padre pensionato e
comunista, un dipendente marocchino di nome Nabil pieno di guai.
Quando la sua vita quotidiana, fatta di paste al sugo,
appuntamenti serali e puntate al bar sembra uscire dai suoi
binari, il Brego dovrà decidere se pensare agli altri o pensare
a sé come vuole lui e costruirsi un futuro che non sia da
manovale, diverso quindi da quello che gli è stato riservato.
Giornalista e scrittore, Dozzini ha pubblicato i romanzi 'Il
cinese della piazza del Pino' (Midgard, 2005), 'L'uomo che
manca' (Lantana, 2011), 'La scelta' (Nutrimenti, 2016) e 'E
Baboucar guidava la fila' (Minimum Fax, 2018), con cui ha vinto
il Premio letterario dell'Unione Europea del 2019 e al momento
in corso di pubblicazione in dieci Paesi.
Inoltre, è tra gli organizzatori del festival di letteratura
ispano-americana Encuentro.
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