L'Associazione medici cattolici e
il Movimento per la vita (Mpv) di Perugia lanciano un appello a
tutta la sanità regionale umbra perché nessun malato sia più
destinato a morire da solo in un reparto di terapia intensiva.
Una questione sollevata sulle pagine del settimanale La Voce e
sulle frequenze di Umbria Radio InBlu che - questa settimana -
dedicano ampio spazio al tema con storie, interviste e
approfondimenti. Come l'esperienza di Paolo Malacarne, direttore
del reparto di rianimazione dell'ospedale Cisanello di Pisa, che
già dal novembre scorso sperimenta - con risultati positivi -
l'accesso dei familiari dei malati ricoverati in terapia
intensiva.
"Noi chiediamo - scrivono medici cattolici e Mpv - che si faccia
ogni sforzo perché nessun malato resti lontano dai propri
familiari, e perché nessuno muoia più in solitudine: la
compagnia dei propri cari nel corso della malattia, specie nelle
fasi più acute, fino al tempo del morire, deve far parte
integrante del percorso di cura. Adesso che non possiamo più
dirci sorpresi dall'emergenza improvvisa di un nuovo virus, è il
momento di affrontare anche questo aspetto".
La nota, pubblicata sul settimanale La Voce è firmata da Marco
Dottorini, presidente dell'Associazione medici cattolici di
Perugia e da Assuntina Morresi, presidente del Movimento per la
vita dell'Umbria.
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