Era un appartamento di Borgo Bovio,
nella periferia di Terni, la base logistica di una presunta rete
multietnica di spacciatori di cocaina, secondo gli investigatori
dal giro d'affari di diverse migliaia di euro al mese,
smantellata all'alba di oggi dalla squadra Mobile di Terni.
Nove gli arrestati, in esecuzione di altrettante misure
cautelari emesse dal gip su richiesta della procura, di cui sei
in carcere e tre ai domiciliari.
Nei guai, nell'ambito dell'operazione denominata Caronte,
sono finiti cittadini nord-africanÕ, italiani ed albanesi.
In particolare l'appartamento - poi sottoposto a sequestro
preventivo - secondo gli accertamenti è di proprietà di un
trentenne del posto, risultato già fermato recentemente in
flagranza di reato, sempre dalla sezione Antridroga della
Mobile, per detenzione ai fini di spaccio.
Nell'abitazione del giovane arrestato - è emerso dalle
indagini avviate ad inizio 2020 - i presunti spacciatori si
riunivano, concordavano gli sviluppi e le strategie della loro
attività, si drogavano e vendevano la droga, anche in presenza
della figlia piccola dell'uomo.
Lo stupefacente - al costo di 70 euro a dose - veniva ceduto
ai clienti pure in prossimità dei locali del centro città. Tra
gli altri arrestati tre albanesi, residenti a Terni, di cui due
irregolari e con precedenti per droga, risultati i fornitori
dello stupefacente, una venticinquenne italiana, compagna del
proprietario dell'appartamento, un ventitreenne egiziano,
irregolare e già arrestato per spaccio di stupefacenti nel
dicembre del 2018, un ventiduenne italiano di origini straniere,
ed un ventisettenne ucraino. In manette anche un tunisino di 42
anni che, come emerso nel corso delle indagini, si proponeva sul
mercato locale quale soggetto in grado di fornire
sistematicamente di cocaina i suoi clienti, attività grazie alla
quale sarebbe riuscito a guadagnare anche 10-15 mila euro al
mese.
Intorno agli 8 mila euro mensili invece, sempre secondo la
polizia, il giro d'affari del trentenne italiano proprietario
dell'appartamento.
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