Cooperare alla creazione di
prodotti e soluzioni innovative per la salute e il benessere,
anche in un'ottica di "economia circolare", è l'obiettivo del
Biomedical cluster of Umbria che coinvolge 34 aziende umbre
produttrici di beni e servizi per la sanità, l'Università degli
studi di Perugia, centri di ricerca del territorio e strutture
sanitarie pubbliche e private.
Il progetto è frutto di un gruppo di lavoro coordinato da
Gianluigi Angelantoni e che ha visto la partecipazione degli
imprenditori Luca Bonadies (Rpa) e Mariano Gattafoni (Btree) e
il supporto dell'Osservatorio per la Terza missione dell'Ateneo
di cui è delegato il professor Gabriele Cruciani. Si muoverà
nell'ambito del sistema di Confindustria Umbria che ne curerà
l'attività organizzativa.
Il cluster sarà costituito formalmente nei prossimi giorni.
Seguirà l'assemblea che delibererà l'elezione del presidente e
degli organi direttivi.
Gli obiettivi del Polo - è detto in un comunicato di
Confindustria - saranno raggiunti attraverso un confronto e una
collaborazione "stabile" tra il mondo produttivo e quello della
ricerca, che sarà presente attraverso un apposito comitato
scientifico, con particolare attenzione al trasferimento
tecnologico, ai progetti comuni di ricerca e in generale alla
realizzazione del piano strategico. Si va dalla progettazione di
nuovi prodotti, modelli e soluzioni per migliorare la cura e il
benessere della persona fino allo sviluppo di sistemi
diagnostici e terapie sempre più accurati e meno invasivi.
"Il biomedicale - spiega Gianluigi Angelantoni, presidente del
Gruppo Angelantoni e vice presidente di Confindustria Umbria - è
un settore economico che, più di altri, realizza innovazioni
capaci di avere un effetto diretto sulla salute e sulla qualità
della vita dei cittadini, come anche dimostrato nell' attuale
emergenza da Covid-19. Queste innovazioni sono il frutto di una
costante attività di trasferimento tecnologico, dai centri del
sapere a quelli del fare, che sarà una delle attività
strategiche del costituendo Cluster".
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