L'attività del Centro di
procreazione medicalmente assistita (Pma) dell'Azienda
ospedaliera di Perugia, collocato presso l'ospedale di Pantalla,
non si è fermata durante la pandemia.
Secondo la struttura sanitaria i risultati raggiunti nel 2020
sono "tra i migliori a livello nazionale", con il 42% dei
trattamenti medicalmente assistiti che hanno avuto esito
positivo contro il 27 % del dato nazionale (fonte Iss). Tra
queste il 52% riguardano donne con età inferiore ai 39 anni.
L'altro dato considerato importante sono il 9% di gravidanze
gemellari ottenute nel 2020, contro il 15% della media
nazionale. "Questo - sottolinea il professor Gerli coordinatore
del Centro - rappresenta un parametro importante per la
sicurezza delle coppie che raramente vanno incontro ad una
gravidanza a rischio, come deve essere considerata quella
gemellare. Cerchiamo sempre di ricordare alle coppie che il
nostro obiettivo rimane quello di dare una gravidanza singola.
La ricerca di un figlio oggi è posta in una fase sempre più
avanzata della vita e quindi è sempre maggiore il numero delle
donne che provano a raggiungere la gravidanza in età superiore
ai 37 anni. In questa fascia d'età l'obiettivo viene raggiunto
con maggiore difficoltà e, di conseguenza, diventa sempre più
importante il problema dell'infertilità".
Il Centro di procreazione medicalmente assistita dell'Azienda
Ospedaliera di Perugia rappresenta il centro di riferimento
regionale per la diagnosi e la terapia dell'infertilità di
coppia. Vengono attuate tutte le procedure oggi a disposizione
per il trattamento dell'infertilità.
Anche in questo periodo di pandemia le attività non si sono
fermate e ogni prestazione viene fatta in sicurezza, previo
accertamento della negatività al Covid dei pazienti, mentre i
colloqui sono gestiti spesso con la telemedicina messa in campo
dall'Azienda Ospedaliera di Perugia.
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