Dopo la positiva esperienza della
campagna "Adotta un affitto", la Caritas diocesana di
Perugia-Città della Pieve, promuove, a partire dell'imminente
Settimana Santa, il nuovo progetto denominato "Adotta una
famiglia".
Le continue e crescenti richieste di aiuto registrate dal centro
di ascolto della Caritas diocesana (in media al giorno vi
accedono tra i 22 e le 27 nuclei familiari), sono la cifra della
fragilità che caratterizza sempre più famiglie della nostra
diocesi, delineando i tratti di una vera emergenza sociale.
Consapevoli e preoccupati da questa emergenza in atto, il
direttore della Caritas don Marco Briziarelli e il dott.
Giancarlo Paola, hanno delineato insieme i tratti distintivi di
questa iniziativa con l'obiettivo di stimolare una risposta
solidale e partecipata della comunità, capace di tradursi in un
impegno di adozione di una famiglia per un anno.
"Adotta una famiglia" inizierà il primo aprile, giorno del
Giovedì Santo. In questa prima fase sperimentale il progetto
intende aiutare 50 famiglie in difficoltà residenti nel
territorio diocesano. E' richiesto un impegno morale - spiega la
Caritas - a sostenere una famiglia per un anno attraverso uno
dei seguenti piani di adozione.
- Persone fisiche: Piano di adozione A: 150 euro al mese per il
sostegno al pagamento delle utenze domestiche; Piano di adozione
B: 250 euro al mese per il sostegno al pagamento del canone di
locazione o del mutuo; Piano di adozione C: 400 euro al mese per
il sostegno alle utenze e all'affitto.
- Aziende: Piano di adozione D: 500 euro al mese per il sostegno
alle utenze, all'affitto o del mutuo e alle spese straordinarie.
Le famiglie saranno individuate dal centro di ascolto diocesano,
che oltre a curare la relazione con i donatori, redigerà un
patto ed un progetto personalizzato con le stesse finalizzato
all'avvio di un percorso di accompagnamento verso una nuova
autonomia.
Per aderire bisogna inviare una e-mail a:
adottaunafamiglia@caritasperugia.it
"Il sostegno - sottolinea la Caritas - può anche essere fatto
in gruppo (parenti, colleghi di lavoro, amici) e quindi avere un
minor impatto economico per il donatore".
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