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Annullata ordinanza custodia marito Barbara Corvi

cronaca

Annullata ordinanza custodia marito Barbara Corvi

Accusato dell'omicidio della donna, tornerà libero

TERNI, 22 aprile 2021, 10:53

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il tribunale del Riesame di Perugia ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere notificata lo scorso 30 marzo a Roberto Lo Giudice, accusato di omicidio volontario, occultamento o soppressione di cadavere per la morte della moglie Barbara Corvi, scomparsa il 27 ottobre 2009 da Amelia. L'uomo tornerà quindi libero.
    I giudici hanno accolto l'istanza della difesa dell'indagato nell'udienza che si è svolta martedì. Alla richiesta si era opposto il procuratore di Terni, Alberto Liguori, che coordina le indagini dei carabinieri.
    Le motivazioni della decisione verranno depositate entro 45 giorni.
   

Avevano incentrato il loro ricorso sull'insussistenza dei gravi indizi i difensori di Roberto Lo Giudice per il quale il Tribunale del riesame ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare per l'omicidio della moglie Barbara Corvi, scomparsa il 27 ottobre 2009 da Amelia e della quale da allora non si hanno più notizie. L'uomo ha già lasciato il carcere di Terni dove era detenuto. In una lunga memoria illustrata per cinque ore davanti al Riesame, i difensori di Lo Giudice, gli avvocati Cristiano Conte e Giorgio Colangeli, hanno contestato la ricostruzione accusatoria. Nel dispositivo del provvedimento si parla solo di "accoglimento" dell'istanza dei legali senza però fornire indicazioni sulle motivazioni che saranno depositate tra 45 giorni. "Gli elementi vecchi e nuovi raccolti dagli inquirenti non chiudono il cerchio" ha detto all'ANSA l'avvocato Conte. Il legale ha quindi ricordato che sulla scomparsa di Barbara Corvi ci fu una prima indagine a carico di ignoti archiviata nel 2015. "C'è stato poi un secondo blocco - ha aggiunto - dopo le rivelazioni di Antonino Lo Giudice, pentito di 'ndrangheta e uno degli 11 fratelli del nostro assistito che però da anni non ha rapporti con la famiglia. Questi ha sostenuto di avere chiesto, dieci anni prima, al fratello se ci entrasse con la scomparsa della moglie e questo gli avrebbe fatto capire di si con un cenno del capo. Ma Antonino Lo Giudice venne sentito dall'allora procuratore di Reggio Calabria un anno dopo la scomparsa della donna e disse di non sapere nulla. Con la nostra memoria riteniamo di avere demolito le accuse di Antonino Lo Giudice e quanto riferito agli inquirenti da altri due collaboratori di giustizia".

"Dai pentiti sono arrivate solo suggestioni non circostanziate": a dirlo è l'avvocato Giorgio Colangeli, uno dei difensori di Roberto Lo Giudice dopo la decisione del tribunale del Riesame. "Dicono di avere saputo che è stato lui l'autore dell'omicidio della moglie ma poi non spiegano quando e come" aggiunge parlando con l'ANSA. "Con il collega Cristiano Conte - ha spiegato ancora l'avvocato Colangeli - non conoscevamo questa vicenda. Quando abbiamo assunto la difesa di Lo Giudice abbiamo esaminato gli atti dell'inchiesta arrivando alla certezza della sua estraneità alle accuse". "Nella prima parte dell'inchiesta - ha sostenuto ancora il legale - sono emerse cose che hanno portato nemmeno a indagare il nostro assistito. Con la nuova indagine possono sembrare che si sostengano a vicenda mentre in realtà sono solo scatole vuote. Confidiamo che le motivazioni del tribunale del Riesame propongano i tanti elementi che testimoniano l'innocenza di Roberto Lo Giudice".

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