Nella vicenda dei tre tunnel di
Castelluccio di Norcia, costruiti dopo il sisma per la rimessa
dei mezzi agricoli e delle sementi, e che ora verranno smontati
dopo che il vento ne aveva rovinato i teloni di copertura, il
Parco Nazionale dei Monti Sibillini precisa si essere stato
"chiamato in causa in modo inesatto dagli agricoltori".
Chiarendo che "il Parco non ha mai assunto alcun ruolo ostativo
nei confronti della ricostruzione post sisma, ma che anzi ha
sempre promosso un atteggiamento collaborativo, rilasciando le
necessarie autorizzazioni secondo i termini di legge". L'ente
Parco ripercorre l'iter che portò alla realizzazione dei tunnel,
ricordando la necessità comunicata dalla Protezione civile umbra
nel marzo del 2017.
"Successivamente, in data 12 marzo 2021 - scrive ancora l'ente -
è stata inviata al Parco sempre dal servizio Protezione civile
della Regione Umbria, la richiesta di autorizzazione al
ripristino dello stato dei luoghi dell'area che ospita i tre
tunnel, nel frattempo scoperchiati dal vento. Tale
autorizzazione non risultava, peraltro, necessaria poiché il
ripristino era già previsto come prescrizione da eseguire una
volta terminata l'emergenza che giustificava l'intervento".
"L'ente Parco ha semplicemente seguito quelle che sono le
procedure autorizzative di sua competenza, mentre le attività di
installazione e successivo smontaggio delle strutture sono state
e restano in capo alla Protezione civile regionale, che
sicuramente ha agito sulla base delle procedure emergenziali",
viene precisato. "Il Parco si sente impropriamente chiamato in
causa nella questione, ribadendo comunque la vicinanza agli
agricoltori di Castelluccio e alle loro problematiche", conclude
la nota dell'ente.
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