La motivazione con la quale il Csm
"ha fondato la propria scelta" in favore della scelta di
Raffaele Cantone quale nuovo procuratore della Repubblica di
Perugia è stata "congrua e logica oltre che conforme ai criteri
di valutazione in materia". Lo sostiene il Tar del Lazio in
entrambi i provvedimenti con i quali ha respinto i ricorsi del
procuratore aggiunto di Salerno Luca Masini e di quello di
Reggio Calabria Gaetano Paci contro la decisione dell'Organo di
autogoverno della magistratura.
I giudici amministrativi hanno motivato la loro decisione con
articolati provvedimenti a carattere tecnico. Paci e Masini
avevano chiesto l'annullamento della delibera del plenum del Csm
del 17 giugno 2020 che, accogliendo una delle proposte della
quinta commissione, ha disposto la nomina di Cantone a
procuratore di Perugia.
Nel provvedimento si sottolinea tra l'altro che "il Csm ha
ritenuto particolarmente pregnanti, ai fini del giudizio
sull'attitudine direttiva, le qualità dimostrate dal dottor
Cantone nell'esercizio delle funzioni di presidente
dell'Autorità" nazionale anticorruzione. "Le competenze
acquisite dal dottor Cantone nel corso dell'incarico - scrive
ancora il Tar nella motivazione con cui ha respinto i ricorsi -,
e in particolare quelle afferenti all'attività di contrasto dei
reati contro la pubblica amministrazione, che comportano anche
una collaborazione tra l'Anac e gli organi requirenti dell'Ago,
sono state pertanto ritenute dal Csm significative per il
conferimento dell'incarico direttivo e precipuamente valorizzate
alla luce dei risultati conseguiti e della 'eccellente capacità
organizzativa' dimostrata".
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