E' una curva epidemica in "discesa molto lenta" quella del Covid in Umbria. Lo ha sottolineato Marco Cristofori, del nucleo epidemiologico della Regione, nella conferenza stampa di aggiornamento settimanale. Nel corso della quale ha sottolineato che il calo negli ultimi giorni sembra essersi "quasi fermato".
Cristofori ha legato l'andamento ai numeri sempre più piccoli e alla "forte presenza di varianti" sul territorio. "L'indice Rt - ha aggiunto - è a 0,98 (0,90 quello italiano) e per questo la curva tende ad appiattirsi. E' un dato a ieri, calcolato sugli ultimi giorni".
Carla Bietta, anche lei del nucleo epidemiologico, ha rilevato "continua la discesa dei ricoveri ordinari mentre si arresta un pò quello delle terapie intensive".
L’Umbria si conferma anche in quest’ultima settimana tra le regioni con incidenza più bassa di casi Covid per 100 mila abitanti, seconda solo dopo Molise e Provincia autonoma di Bolzano. E come tasso di letalità (quota dei deceduti rispetto al totale dei positivi), secondo l’aggiornamento del Ministero della salute, tra le ultime regioni, per la precisione sestultima con un 2,5% (media italiana del 3%). Un quadro fornito dai tecnici del Nucleo epidemiologico regionale Marco Cristofori e Carla Bietta nel corso del consueto aggiornamento sull’andamento epidemiologico in Umbria. Cristofori ha sottolineato un “leggero aumento” degli attualmente positivi, evidenziando comune che è stato “lasciato ormai alle spalle il picco di 8 mila in piena fase di terza ondata”. L’andamento dell’incidenza per 100 mila abitanti vede come media regionale 78,26 casi (80,67 una settimana fa). Tutti i distretti sanitari sono sotto quota 150, a parte l’Alto Chiascio (153). Tra i comuni è Montefalco l’unico sopra 200. Dati confortanti ma per Cristofori occorre avere “uno sguardo attendo su come evolveranno i prossimi giorni”. Perché - ha spiegato - “dobbiamo aspettarci un aumento dell’incidenza visto il rallentamento delle restrizioni”. Con la curva epidemica che scende, se pur lentamente, Bietta ha sottolineato che i soggetti fino a 24 anni hanno una “coda di risalita dei contagi anche perché fasce di età dove non c’è impatto del vaccino”, con un’incidenza sopra il dato medio regionale. Gli over 70 e più anziani si attestano invece al di sotto della media. I decessi, ha infine sottolineato Bietta, “sembrano fermarsi un po’, con pochi casi al massimo che interessano la popolazione”.
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