A quasi 40 anni dal rogo che, il 25
aprile 1982, provocò 35 vittime al Palazzo del Vignola di Todi,
il corso di laurea triennale di Ingegneria industriale di Terni
dell'Università di Perugia dedica due tesi alla tragedia,
cercando di 'indagare' scientificamente su di essa. A discuterle
sono stati due studenti ternani, Elena Benedetta Pirozzi e
Massimo Proietti, sotto la supervisione del relatore, il
professor David Rugeri, ingegnere, e del co-relatore Vincenzo
Cascioli.
Partendo dagli atti e dai documenti tecnici contenuti nel
fascicolo processuale e già riprodotti in un volume di Massimo
Rocchi Bilancini, i due neo-laureati hanno tentato di
ricostruire quanto accaduto all'interno dell'edificio in cui era
ospitata la Mostra dell'antiquariato nei secondi e nei primi
minuti successivi all'innesco delle fiamme, la cui origine non è
mai stata chiarita del tutto (un corto circuito elettrico o un
mozzicone di sigaretta non spento le ipotesi). Attraverso una
simulazione con un software specifico, preceduta da un attento
lavoro di ricostruzione delle volumetrie del palazzo, il lavoro
della neo-dottoressa Pirozzi ha permesso di affermare che prima
ancora della temperatura e del monossido di carbonio, "a parità
di tempo, il parametro che è stato più determinante per
l'incapacitazione degli occupanti è stato quello della
visibilità". "La scarsa visibilità dovuta al fumo - continua
nella sua tesi - non ha permesso di individuare le vie d'esodo.
È possibile notare che se ci fosse stata una segnaletica
retroilluminata ad indicare le uscite di emergenza, ciò avrebbe
contribuito in maniera significativa all'individuazione delle
vie di esodo nelle prime fasi dell'incendio".
Proietti, nella vita funzionario tecnico dei vigili del fuoco,
ha invece indagato sulle fasi di evacuazione delle 180 persone
presenti all'interno del Vignola. La scelta dei materiali di
allestimento (tendaggi, rivestimenti murari, etc.) con una
reazione al fuoco - spiega - diversa da quelli sintetici e
altamente infiammabile utilizzati "avrebbe sicuramente diminuito
in maniera sostanziale la velocità di propagazione
dell'incendio, permettendo l'evacuazione in condizioni di
visibilità molto più cautelative".
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