"Noi pensiamo che una legge, come
dice la nostra Costituzione, sull'obbligo vaccinale per tutti i
cittadini sia la strada migliore per combattere il virus": a
dirlo all'ANSA è stato il segretario generale della Cgil,
Maurizio Landini, al termine della sua partecipazione al
"Cortile di Francesco, ad Assisi. "Allo stesso tempo - ha
aggiunto - prendiamo atto che il Governo in questo nome ha
scelto un'altra strada, ma noi siamo per impegnarci al massimo
perché tutti si vaccinino e abbiamo in corso anche una campagna
informativa nei luoghi di lavoro".
"Ma siccome il Green pass non è obbligo vaccinale - ha
sottolineato ancora Landini - c'è questa contraddizione che lo
si può avere anche con il tampone continuiamo a pensare che nei
luoghi di lavoro per evitare divisioni e favorire una
discussione serena è una battaglia in questa direzione, sia
utile evitare che le persone che lavorano debbano pagarsi loro
il tampone, cosa che finora non è stata mai fatta".
"Penso - ha detto ancora il segretario Cgil - che da qui al 15
si ottobre sia utile attraverso il credito di imposta o forme di
contrattazione con le parti sociali questi tema venga
affrontato, perché raggiungere l'obiettivo della massima
vaccinazione significa evitare divisioni e contraddizioni tra le
persone".
Intervistato dal direttore de L'Espresso, Marco Damilano,
Landini sempre in tema di green pass e lavoratori, ha
evidenziato anche "la necessità di un periodo di transizione in
cui il tampone sia a carico delle aziende, arrivando più o meno
a fine anno". "In questo lasso di tempo - ha spiegato - dobbiamo
andare a convincere i lavoratori a vaccinarsi".
Sempre nel corso dell'evento, Landini ha anche tenuto a
sottolineare che "al momento non si è ricordi all'obbligo
vaccinale, perché avrebbe creato divisioni nel Governo".
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