Nei primi nove mesi del 2021 anche
l'attività economica umbra ha registrato un forte recupero (nel
2020 c'era stato un calo del Pil del 9%, in linea con quello
italiano). Sviluppi però che inducono ad un "cauto ottimismo"
sulla velocità di uscita dalla crisi e di recupero dei livelli
prepandemici. Questo il quadro di massima presentato da Miriam
Sartini, capo della filiale di Perugia della Banca d'Italia,
durante la presentazione dei principali contenuti
dell'aggiornamento congiunturale sull'economia dell'Umbria,
redatti dal nucleo per la ricerca economica della filiale
perugina.
Un recupero, ha sottolineato Sartini, "favorito
dall'accelerazione della campagna vaccinale e dal graduale
allentamento delle restrizioni".
In base all'indicatore trimestrale dell'economia regionale
(Iter) elaborato dalla Banca d'Italia, nel primo semestre il Pil
sarebbe sensibilmente cresciuto sebbene con una intensità
lievemente inferiore alla media nazionale.
"Con le attuali valutazioni si stima in Italia nel 2021 una
crescita del Pil del 6%" ha sottolineato Sartini per poi
aggiungere: "Grazie ad un insieme di fattori la ripresa economia
italiana e umbra è quindi superiore alle attese e questo
consentirà di recuperare in modo più rapido rispetto alle crisi
precedenti. La pandemia però è arrivata quando non erano stati
riassorbiti gli effetti della bassa crescita e restano così da
colmare ritardi strutturali, tutti elementi che non rendono la
ripresa stabile e sostenuta".
"Cauto ottimismo" quindi, ribadisce la Banca d'Italia, anche
perché - è stato spiegato - sulle prospettive a breve termine
dell'economia "gravano tuttavia, oltre ai rischi legati a
un'eventuale recrudescenza dei contagi, le difficoltà di
approvvigionamento emerse nel corso dell'anno nelle catene di
produzione globale, insieme ai forti rincari di energia, materie
prime e prodotti intermedi".
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