"Siamo sorprese e fortemente
preoccupate dalle motivazioni che hanno indotto il pubblico
ministero di Perugia a presentare richiesta di archiviazione per
un uomo, marocchino di 39 anni, che in seguito alla denuncia
della moglie connazionale era accusato di maltrattamenti in
famiglia e di averle imposto alcune costrizioni, tra cui quella
di essere obbligata ad indossare il velo islamico": lo
sottolineano le consigliere regionali della Lega Paola Fioroni,
Francesca Peppucci, Manuela Puletti. Le quali spiegano che
"nelle motivazioni del giudice viene riportato che 'la condotta
di costringerla a tenere il velo integrale rientra, pur non
condivisibile in ottica occidentale, nel quadro culturale dei
soggetti interessati'. Si tratta di una posizione inaccettabile
sulla quale anche il procuratore Cantone, a quanto si evince
dagli articoli di stampa, ha espresso le sue perplessità".
"L'imposizione del burqa contro la volontà stessa della donna
e quindi come limite alla libertà e violazione dei suoi basilari
diritti - rimarcano Fioroni, Peppucci e Puletti - rappresenta un
enorme passo indietro sul tema dell'emancipazione nei paesi
occidentali e potrebbe creare un pericoloso precedente in tema
di diritti per le donne provenienti da paesi islamici. Non
possiamo accettare questo tipo di imposizioni nella
giustificazione 'è la loro cultura'. Vorrebbe dire forse che un
giorno dovremmo accettare la poligamia o l'infibulazione? Siamo
sorprese anche dall'atteggiamento della sinistra umbra, sempre
pronta a ergersi a difesa dei diritti della donna, ma solo
quando c'è da strumentalizzare contro la Lega - concludono Paola
Fioroni, Francesca Peppucci, Manuela Puletti - mentre resta in
vergognoso silenzio quando c'è da alzare la voce contro le
inaccettabili imposizioni di culture che non rispettano i
diritti e la libertà delle donne".
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