Esprimono "delusione" per
l'entità che considerano "irrisoria" del contributo a fondo
perduto che toccherà loro come risarcimento per i danni prodotti
dalla pandemia, gli imprenditori delle attività commerciali
legate al turismo delle cosiddette città santuario, in Umbria,
Assisi, Cascia, Preci e Orvieto.
"A fronte dei 10 milioni di euro stanziati dalla legge di
bilancio 2021 per aiutare le nostre imprese, sono state
presentate istanze per oltre 19 milioni di euro" denuncia
Vincenzo Di Santi, presidente di Confcommercio Assisi.
"L'Agenzia delle Entrate - aggiunge - ha portato a 51,6 la
percentuale del contributo da erogare in favore delle attività
economiche e commerciali svolte nei centri storici dei comuni
dove sono situati santuari religiosi. Il risultato è che alle
nostre imprese andrà la metà di quanto si aspettavano. La
delusione, a questo punto, è veramente tanta. Noi chiediamo che
la misura si rifinanziata, perché a fronte di perdite di
fatturato che in alcuni casi sono arrivate addirittura all'80%,
avremo solo poche briciole, totalmente insufficienti come
risarcimento minimo, ma anche per darci la spinta per guardare
con fiducia al futuro e ripartire".
"Il contributo per le imprese delle città santuario è
importante, perché con questo intervento si è affermato un
precedente fondamentale e alle imprese legate al turismo è stato
riconosciuto un ruolo nella filiera di settore che prima non era
nemmeno percepito", aggiunge Stefano Leoni, presidente di Fast
Confcommercio Umbria, Federazione attività settore turismo. "Già
in partenza - sostiene - l'importo del contributo per le nostre
imprese massacrate dall'emergenza economica era poco più che
simbolico. Oggi è davvero irrisorio. Non chiediamo
l'impossibile, ma così è davvero troppo poco. La misura, che si
rivolge peraltro solo a una parte delle imprese del nostro
settore, deve essere assolutamente rifinanziata".
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