Si prepara ad emanare un provvedimento "per regolamentare l'accesso diretto dei giornalisti, ex art. 116 cpp, agli atti d'indagine non più coperti da segreto" il procuratore della Repubblica di Perugia Raffaele Cantone in vista dell'entrata in vigore, il 14 dicembre, del decreto legislativo che nel recepire le direttive del Parlamento europeo e del Consiglio detta anche una nuova normativa sulle "modalità con cui vanno comunicati ai mass media le informazioni sui procedimenti penali e sugli atti d'indagine". Lo annuncia in una nota inviata ai vertici di polizia, carabinieri e guardia di finanza pubblicata sul sito dell'Ufficio. Cantone afferma tra l'altro che si "è consapevoli che norme così rigorose potranno limitare il diritto degli operatori dell'informazione all'accesso alle notizie e persino, per una non voluta eterogenesi dei fini, incentivare la ricerca di esse attraverso canali diversi, non ufficiali e perfino non legittimi". "Per sterilizzare questo effetto negativo della riforma - prosegue -, si anticipa che, al fine di rendere concreto ed effettivo il diritto della stampa ad una informazione completa" sarà emanato il nuovo provvedimento. "Per ragioni di trasparenza, comunque - annuncia ancora -, i comunicati stampa, una volta diramati, saranno pubblicati sul sito istituzionale, in una sezione appositamente dedicata, in modo da essere consultabili da chiunque e reperiti in qualsiasi momento". Nella nota ai vertici della forze di polizia Cantone si sofferma poi sulla diffusione di informazioni sugli atti d'indagine "compiuti o ai quali ha partecipato la polizia giudiziaria". In base all'esame del decreto legislativo il magistrato ritiene che questi siano "solo quelli posti in essere prima dell'iscrizione di una notizia di reato, come arresti in flagranza, fermi, sequestri probatori e preventivi". "La polizia giudiziaria "potrà rendere le informazioni indicate soltanto attraverso comunicati ufficiali o conferenze stampa" scrive Cantone che evidenzia la necessità di fare "attenzione a non attribuire ai soggetti indagati la colpevolezza per i fatti in corso di accertamento". Nella nota si sottolinea infine che uno dei commi del decreto "vieta anche "l'assegnazione ai procedimenti penali, nei comunicati e nelle conferenze stampa, di denominazione lesive della presunzione d'innocenza". Cantone chiede quindi "soprattutto in questa fase di attuazione della normativa, di evitare l'assegnazione di una qualsivoglia denominazione di un procedimento e comunque di non rendere nota all'esterno quella eventualmente utilizzata".
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