"Dal primo gennaio 2022 l'Isuc
sarà chiuso. Sinceramente non avrei mai immaginato che la lotta
politica avviata e sostenuta dai massimi vertici
dell'Amministrazione regionale potesse arrivare a tanto": a
sostenerlo è il prof. Alberto Stramaccioni, presidente
dell'Istituto da ottobre. "Dopo lunghe discussioni non si è
voluto consentire all'Isuc, ente della Regione, di dotarsi di
nuove forme contrattuali per i propri collaboratori, in
sostituzione delle precedenti, per proseguire la sua attività di
ricerca storica, convegnistica, editoriale e didattica" afferma
in una nota.
"Si è voluto colpire - sostiene Stramaccioni - un Istituto che
negli anni ha contribuito in modo significativo a definire
l'identità istituzionale sociale ed economica dell'Umbria
dall'Unità nazionale in poi. Sarebbe comunque auspicabile da
parte di chi ha la massima responsabilità nella gestione della
cosa pubblica in Umbria spiegare ai cittadini, agli studiosi e
ai lavoratori
dell'Isuc stesso le ragioni per le quali si intende chiudere
l'Istituto. Gli
organismi dirigenti dell'Istituto appena eletti, nella loro
autonomia,
percorreranno tutte le strade possibili per evitare che si
compia
definitivamente questo scempio culturale al solo scopo di
perseguire
un disinvolto uso politico della storia. Non pensino i massimi
esponenti dell'Amministrazione regionale che noi siamo disposti
a
fare un passo indietro e non si illudano - conclude Stramaccioni
- di chiudere una istituzione culturale senza dovessi assumere
le proprie responsabilità politiche e istituzionali".
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