"Siamo abituati a pensare che umanità
voglia dire bontà, il contrario di mostruoso. Penso invece si
debba avere il coraggio di accettare come umane anche quelle
sfaccettature che ci spaventano. Ciò che è accaduto il secolo
scorso, invece, non ha a che fare con qualcosa di mostruoso, ma
con qualcosa di profondamente umano, con cui dobbiamo fare i
conti". A parlare, nel Giorno della memoria, è Lino Guanciale,
insieme a Francesco Montanari protagonista de "L'uomo più
crudele del mondo", spettacolo scritto e diretto da Davide
Sacco, al debutto in prima nazionale dal 9 al 12 febbraio al
Teatro Manini di Narni (TR), con il sostegno anche di LVF e del
Bellini di Napoli, per poi partire in tournée nella prossima
stagione.
"Chi è l'uomo più crudele del mondo? E' la domanda con cui il
testo ti lascia", raccontano i due, che in scena sono Paolo
Veres, imprenditore senza scrupoli e proprietario della più
importante azienda d'armi in Europa (Guanciale) e un giornalista
di una testata locale (Montanari), scelto inaspettatamente
proprio per intervistarlo.
Ma oggi si prosegue anche a votare per il presidente della
Repubblica. "Sarei tanto felice se fosse Liliana Segre - dice
Guanciale che la prossima settimana sarà tra i superospiti di
Sanremo - Come sarei stato tanto felice qualche tempo fa se
fosse stata Emma Bonino. Ecco, oggi, mi piacerebbe fosse una
donna, europeista, impegnata in tante battaglie civili". "Sì -
concorda Montanari - anche io vorrei una donna, se non altro per
smuovere le acque della nostra Repubblica".
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