Un protocollo per "attivare forme
di cooperazione, rivolte alle cooperative, alle imprese sociali
associate ed alla cittadinanza umbra, finalizzate alla
promozione della legalità, alla conoscenza ed al contrasto di
fenomeni mafiosi e di criminalità organizzata in Umbria": è
questo il senso dell'accordo siglato tra la Lega delle
cooperative e Libera Umbria due realtà già legate da una
collaborazione importante a livello nazionale e locale, ma che
ora intendono rafforzare la propria sinergia in particolare sul
versante del riutilizzo sociale dei beni confiscati alla
criminalità organizzata. Oggi in Umbria secondo i dati ufficiali
dell'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati, sono
144 i beni (particelle catastali) sottoposti a confisca
definitiva, alcuni già assegnati al "territorio" per il loro
recupero e riutilizzo, altri che entreranno presto nella
disponibilità delle amministrazioni locali.
"Vogliamo incentivare attraverso la cooperazione - afferma Dino
Ricci, presidente di Legacoop Umbria - la cultura della legalità
democratica per rendere più incisiva l'azione di prevenzione e
contrasto alle diverse forme di illegalità nel mondo economico e
produttivo del territorio umbro, con iniziative che abbiano come
interlocutori le cooperative associate, le istituzioni, la
cittadinanza tutta. Portiamo avanti l'intesa partita da Legacoop
nazionale con i progetti 'Noi siamo con Libera, Legacoop contro
le mafie' e 'Cooperare con Libera Terra - Agenzia per lo
sviluppo cooperativo e la legalità'".
"Proprio in questi giorni partirà a Pietralunga la prima
esperienza di riutilizzo sociale di un bene confiscato alla
'ndrangheta attraverso una cooperativa agricola iscritta a
Legacoop", annuncia Walter Cardinali, presidente di Libera
Umbria.
"Il protocollo con Legacoop - continua Cardinali - è uno
strumento importante che può aiutarci a fare rete nei percorsi
di formazione e informazione, di animazione territoriale e di
accompagnamento delle cooperative".
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