Ha partecipato alle celebrazioni
del 25 aprile di Città di Castello, in sella ad una vecchia
bicicletta, anche il tifernate Paolo Rossi, figlio di Carlo
Rossi, che nel maggio del '44 fu deportato dai nazisti
attraverso un doloroso peregrinare fra i fili spinati dei campi
di concentramento. Dopo un anno di stenti e tribolazioni,
nell'agosto del 1945, tramite mezzi improvvisati e per piccoli
tratti in treno giunse a Bolzano ed ebbe la fortuna di
recuperare una vecchia bicicletta, in sella alla quale, dopo un
mese riuscì a tornare a casa dalla propria famiglia che ormai
non sperava più di vederlo sano e salvo. Una vecchia bici nera
simbolo della libertà che ancora oggi è funzionante e con la
quale tutte le domeniche fino al 2002, Carlo Rossi (morto
all'età di 86 anni) andò a messa.
La storia drammatica di Carlo, della fuga verso la libertà in
sella alla bici nera che il destino gli ha fatto trovare nel
posto giusto e al momento giusto è stata una dei simboli -
ricorda il Comune tifernate - della Giornata della memoria lo
scorso gennaio che gli è valsa la medaglia d'onore concessa dal
presidente della Repubblica attraverso il prefetto di Perugia,
Armando Gradone. "Essere qui oggi, come sempre - ha detto il
figlio Paolo - è solo un piccolo ma doveroso gesto per rendere
omaggio ad un uomo, come tanti, che ha pagato il prezzo della
crudeltà altrui ma che non ha mai perso la speranza di vivere e
la voglia di raccontare regalandoci emozioni, trasmettendo
valori e ideali che condividiamo insieme oggi più che mai nella
giornata simbolo di quella dolorosa parentesi della nostra
storia".
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